editoriale

NOI Volsci, autonomi di Roma e dintorni, barbari dai mille volti e delitti, dichiariamo aperta la guerra di stampa. Contro di voi, teorici strateghi operatori e manovali del comando sul lavoro sociale.
Dichiariamo decaduta la vostra possibilità di dipingere. mostri, inventare le nostre teorie, mentire sulle nostre azioni; esorcizzare la violenza sociale che percorre il paese, e si esprime anche nella nostra esistenza e attività, con i vostri virtuosismi di manipolatori di consensi e teorie.
Per questo noi, cultori e adoratori della P.38, fiancheggiatori e retrovia dei terroristi, noi barbari rozzi prepolitici avventuristi isolati sedicenti deliranti e disperati, noi pesci piranhas frangie violente emarginati dal movimento, noi strumentalizzati strurnentalizzatori, noi provocatori squadristi fascisti verniciati di rosso, noi pagati manovrati antioperai e antidemocratici, noi agenti di Stato manovali delle trarne oscure e dei disegni reazionari noi che vogliamo scardinare le istituzioni democratiche nate dalla Resistenza, ovviamente al servizio di centrali straniere, noi che ci sparate e ci chiudete i covi per difendere la libertà della violenza, noi autonomi duri violenti e analfabeti abbiamo preso anche la penna e cercheremo di rendervi la vita difficile.
D’ora in poi tutti voi, ministri di polizia ufficiali e ufficiosi, forcaioli di ufficio e di vocazione, pennivendoli di regime e di opposizione, restauratori di ogni genere risma e statura, falchi colombe e sciacalli, burocrati falliti e riusciti, ex democratici ex comunisti ex operaisti con cattedra e banco parlamentare, voi Cossighi e Pecchioli, voi Tronti e Rossande, voi Montanelli, Trombadori e Rivolta, voi Ciofi e Mordenti, faticherete di più ad imbrogliare.
Che cosa rappresentano le poche migliaia di copie di questo foglio rispetto ai giganteschi apparati di comunicazione controllo e repressione su cui si regge la vostra congiura di menzogne e silenzi? Eppure nei mille rivoli e cunicoli della ribellione sociale, nelle mille cellule del movimento, nelle mille parole della gente di strada come noi,i messaggi si moltiplicano come i covi.