Perché mai ripubblicare un libro come La teppa all’assalto del cielo che fa la cronistoria di una vicenda avvenuta più di un secolo prima? Pensiamo che la storia della Comune di Parigi appartenga al novero degli eventi fuori dal tempo, che si pongono come faro per chiunque si prefigga l’obiettivo di abolire lo stato di cose presenti. I comunardi sono punti di riferimento storici – della storia delle classi oppresse – che non possono scolorare nell’oblio della memoria, le cui azioni dovrebbero essere rilette e serbate come patrimonio per le lotte che i compagni e le compagne portano avanti ogni giorno.
Il libro, c’è da dire, va oltre la rievocazione storica perché ci restituisce tutta intera l’atmosfera in cui si consumò quell’assalto al cielo, attraverso i giudizi che la borghesia dell’epoca – erede del secolo dei Lumi – riservò ai Comunardi e che, quarant’anni fa, un’altra borghesia – ancora più «illuminata» della prima – inflisse con il medesimo livore al movimento del ’77.
A quaranta anni dal ’77 dunque, abbiamo ripreso la formula utilizzata dai compagni che per primi curarono l’edizione di questo testo, per «proporre la Comune come spunto per una riflessione sulla lotta di classe ieri e oggi», con la suggestione di un confronto con l’oggi, con il giudizio rivolto dalla stampa e da politici e intellettuali prezzolati alle giornate di mobilitazione del 14 dicembre 2010 e del 15 ottobre 2011. Ferme restando infatti le differenze di contesto, dei protagonisti storici, della portata degli eventi, mettere in luce il trattamento riservato alla «teppa» di questo secolo, in giustapposizione agli estratti dei giornali sugli anni ’70 e alle vicende della Comune, crediamo serva a evidenziare alcune linee di fondo, alcuni topoi che si riproducono sempre uguali a se stessi, utili a demonizzare un avversario le cui pratiche non possono essere sussunte dal potere dominante.
Oggi come ieri l’irruzione della teppa nello spazio pubblico spaventa il potere e indigna i benpensanti, spingendoli a reazioni isteriche che disvelano il loro vero volto, celato sotto le maschere della democrazia borghese e delle libertà civili.
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